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SHOAH

Shoah”, il film-monumento sull'Olocausto di Claude Lanzmann - ilcosmopolitico

“Shoah”, il film-monumento sull’Olocausto del regista francese Claude Lanzmann

Nel Giorno della Memoria, che commemora le vittime dell’Olocausto, celebrato il 27 gennaio di ogni anno (in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz), riteniamo illuminante vedere (o rivedere) “Shoah” il film documentario francese, realizzato e diretto da Claude Lanzmann, sullo sterminio di massa degli ebrei europei da parte dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale.

Dopo oltre dieci anni di lavorazione, l’opera di Claude Lanzmann, della durata di nove ore e ventisei minuti, duecentoventi ore di pellicola conservata all’Ushmm (United States Holocaust Memorial Museum), uscita nelle sale nel 1985, è un’indagine monumentale sull’impensabile: l’assassinio di oltre sei milioni di ebrei da parte dei nazisti. Lanzmann, durante le riprese non utilizza un solo fotogramma di archivio, ma dà la parola ai redivivi del campo, intervistando sopravvissuti, testimoni ed ex-nazisti (i carnefici, che riesce a far parlare e filmare con una telecamera nascosta). E sullo sfondo, in una quiete sconvolgente, i luoghi dello sterminio come sono oggi. Alcune sequenze sono state riprodotte o preparate (come la struggente storia di un parrucchiere, Abraham Bomba) ma la maggior parte di esse è stata girata con una telecamera diretta.

Nel film compare anche un ampio intervento dello storico americano Raul Hilberg, uno dei massimi esperti della storiografia dell’Olocausto.

Shoah, capolavoro di investigazione storica, intellettuale ed emotivamente travolgente, potrebbe essere immaginato come un film che scava nel passato, invece è un intenso ritratto dei modi in cui il passato è sempre presente.

Offre, in una sorta di magia e una mescolanza di orrore e bellezza, una prospettiva intima e profondamente umana sulla tragedia che ha segnato la storia dell’umanità.

Il documentario ha consentito a milioni di persone di conoscere e comprendere l’orrore del genocidio in un modo unico, suscitando empatia e sensibilizzando le coscienze.

Shoah è senza dubbio il più grande film che sia stato girato sulla tragedia degli ebrei e una delle opere cinematografiche più importanti di tutti i tempi.

Il film ha ricevuto tredici premi tra cui un César onorario nel 1986.

Nel maggio del 2023 è stato ufficialmente iscritto nel Registro della Memoria del Mondo dell’UNESCO. Ad annunciarlo è stata l’Associazione Claude et Felix Lanzmann (A.C.F.L.), presieduta dalla vedova del regista Dominique Lanzmann, un riconoscimento che conferma il valore straordinario e la rilevanza duratura di un film che si impegna a preservare la testimonianza dell’Olocausto. Il riconoscimento arriva in un momento in cui l’antisemitismo e l’intolleranza stanno ancora minacciando i diritti umani in Europa e nel mondo, e serve da monito per le generazioni future affinché riflettano sulla terribile persecuzione nazista per prevenire altre violazioni dei diritti umani, onorare le vittime, abbracciare la diversità e lavorare per un mondo più giusto e tollerante.

Il film Shoah si unisce così al patrimonio cinematografico della Memoria del Mondo, agli archivi dei fratelli Lumière, a Metropolis di Fritz Lang, Los Olvidados di Luis Buñuel. Come opera primordiale di storia orale, Shoah si unisce anche a Il diario di Anna Frank, agli archivi del ghetto di Varsavia, a quelli del processo di Auschwitz e alla raccolta di testimonianze di Yad Vashem a tutta la produzione di Bergman.

 

 

Di seguito la versione originale di Shoah in lingua francese, con sottotitoli in spagnolo.

 

 

 

Claude Lanzmann sulla Shoah

25 giugno 2013. Il regista Claude Lanzmann si è incontrato con il critico Serge Toubiana per parlare della sua filosofia e del suo approccio nel realizzare la formidabile indagine sullo sterminio nazista degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Una delle idee che ha toccato in questa ampia discussione, come si vede nell’estratto qui sotto, è la sua insistenza sul fatto che il film di nove ore non contenga filmati d’archivio.

 

 

 

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